venerdì 7 maggio 2010

Selvaggio Blu

Celebrazione del 125°
Trekking in Sardegna

7 Giorni di trekking lungo la costa est della Sardegna, area dell'Ogliastra, fra Orosei e Arbatax.


La famosa punta Pedra Longa, punto di partenza del trek


Cala Goloritzè con l'omonima guglia


Campo nella meravigliosa Cala Goloritzè


Sbarco viveri e materiale a Cala Goloritzè


Su un piatto di sughero un'ottima cena


Colazione a Ololbissi su un tavolo di foglie di ginepro



Oltre 50 m di calata in doppia


Passaggi tecnici in un mondo selvaggio


Tratto esposto con mare Blu


Gruppo felice a Cala Sisine

domenica 25 aprile 2010

Gran Paradiso

Sci alpinismo in Gran Paradiso

La gita programmata per il Gran Paradiso purtroppo per mancanza di iscritti .... non si è fatta .... virtualmente, ma il manipolo di 5 accompagnatori previsti è partito comunque! E così siamo saliti sabato allo Chabod, pieno fino all'inverosimile .... in compagnia di una clandestina ! chi ? ma la cagnetta Perla ... che il suo sconsiderato padrone ha portato in pieno Parco senza alcun permesso ... col rischio di sequestro e multa!
Piacevole sorpresa al rifugio: abbiamo ritrovato un vecchio amico (ex accompagnatore alpinistico cao) con moglie al seguito. Dopo avere dormito (la clandestina col suo padrone all'invernale, noi al rifugio), sveglia all'alba: nuvole sparite, neve gelata, via verso la vetta (cagnetta compresa). Vetta raggiunta da tutti (a parte il tocco finale alla madonnina ... impossibile per il gran numero di famelici alpinisti in coda sulla cresta finale!), compresa Perla (come ha detto Alberto: "Probabilmente il primo cane più basso di 20 cm a fare un quattromila"). Discesa splendida verso il Vittorio Emanuele, poi "ravanatura" nel bosco finale .....fino alla birra finale a Pont.

Giorgio

salita allo Chabod

alba sotto la nord del Granpa

la clandestina sulla Schiena D'Asino

ressa verso la vetta!

canalino finale .... un po' problematico

domenica 18 aprile 2010

Strada Beretta

Escursionismo in Liguria

Dopo la parentesi invernale con le ciaspole, l’escursionismo ricomincia a pieno regime la stagione con la consueta gita in Liguria.

Gita al mare.... ma per il sottoscritto inizia con una valanga...di zaini che mi piovono addosso da ogni direzione mentre mi trovo casualmente nel vano porta bagagli dell’autobus. Il muro di zaini quasi mi imprigiona ma voglio rassicurare tutti i partecipanti alla gita: non ho viaggiato nel vano portabagagli, ma son riuscito ad uscirne con una manovra degna di Houdini.

Dalla piazza di Calice Ligure il lungo serpentone di persone inizia il suo cammino, sdoppiandosi tra giro corto e giro lungo.

Il paesaggio è decisamente diverso da quello che siamo soliti vedere andando per montagne: per una volta è piacevole rifarsi gli occhi contemplando l’orizzonte smisurato del mare. Inoltre possiamo gustare la piacevole atmosfera marina, fatta di profumi unici e di una vegetazione variegata e peculiare, che lungo il cammino ci offre un vasto repertorio di forme e colori.

Al mare c’è più acqua che al lago, ma per un giorno anche questa certezza viene stravolta: infatti le telefonate che giungono da Como riferiscono di piogge torrenziali, mentre tutti noi ci godiamo un piacevole sole che ci ha accompagnato per quasi tutta la camminata.

Ma l’escursione, oltre alle bellezze paesaggistiche, ci consente di apprezzare anche gioielli artistici ed architettonici.

Tra i più suggestivi di sicuro ci sono la Chiesa di Nostra Signora di Loreto o dei Cinque Campanili, posta quasi al termine della nostra camminata, e poi Castel Gavone e Castel San Giovanni, che con le sue garitte sospese quasi a sbalzo sul paese, ci accoglie in Finalborgo.

Ma non si possono dimenticare la Chiesa di San Rocco che, seppur in cattive condizioni, mantiene intatto il fascino del suo singolare campanile triangolare e la piccola Chiesa di San Carlo, quasi nascosta nel fitto della vegetazione.

E sembrano un’opera d’arte, e non solo d’architettura, le casette con muretti di sasso sparse tra le terrazze scavate sulle colline: dai piedi della Rocca di Perti, guardando sul versante opposto della valle, pare quasi di trovarsi in un presepio a dimensioni reali.

Da Castel San Giovanni, l’ultima discesa ci porta a Finalborgo, dove veniamo accolti da musiche dal ritmo esotico: pensiamo forse alle ultime tracce delle invasioni dei Mori, che nel corso dei secoli avevano visto protagoniste proprio le coste liguri.

Il notevole anticipo sulla tabella di marcia ci consente di girare il centro dello splendido borgo medioevale.

Non ci crederete se vi dico che girando per Finalborgo ho incontrato moltissimi Comaschi; forse anche a qualcuno di voi è capitata la stessa cosa..... penso che ci fosse qualche gita organizzata.

Oltre ad apprezzare le bellezze architettoniche e storiche, c’è anche il tempo per assecondare le più nobili ed alte aspirazioni dell’animo umano: mangiare un buon gelato, bere un caffè, una bibita rinfrescante o meglio ancora un buon bicchiere di bianco ligure e ... alleggerirsi “la coscienza” prima di ritornare sul pullman.

Il viaggio di ritorno è particolarmente tranquillo: forse per effetto del primo caldo, o forse perché (viaggiando su un pullman a due piani) i più erano attenti e preoccupati, non vedendo nessuno a guidare al piano sopra.


Alessio Mazzocchi



domenica 28 marzo 2010

Monte Confinale

Sci-alpinistica in Val Furva

Sabato sera ci siamo trovati tutti alla spicciolata all'Albergo dei Forni: buona cena e accanita discussione sull'ora di partenza per il giorno dopo (ora legale si, ora legale no ....). Alla fine della trattativa si è deciso, ore 6:30 (legali!). Il giorno dopo, partenza regolare, tempo bello, prendiamo a salire verso la meta. Con noi si è unito un amico valligiano di Pietro; finalmante ci siamo trovati tutti al Bivacco sul colle prima della cima. Da qui alla cima avremmo dovuto percorrere ancora una mezz'ora di pendii ripidi con neve gelata e accumuli ventati: abbiamo stabilito in comune accordo che non valeva la pena (nessuno era ancora salito .... non potevano, in gita, fare una prima .... un po' rischiosa!), quindi tolte le pelli abbiamo iniziato la discesa. Che dire della discesa? prima polvere (20 cm su neve dura ....), poi crosta da gelo notturno ancora portante: una goduria fino alla strada dei forni! Alla fine si era tutti soddisfatti, anche senza la cima: bella salita in ambiente sevaggio, ottima discesa, tempo bello! Eravano in dieci, più l'amico sondalino di Pietro.

Giorgio

(gita relazionata anche su CampoToCamp)

appena partiti .... quasi al buio

le donne del gruppo

In vista del Monte Confinale e bivacco al colle


la faticosa salita al bivacco


discesa: ultime sciate prima della strada



domenica 14 marzo 2010

Valmalenco, Campo Moro

Ciaspolata in Valmalenco

Dislivello fatto: 1° Giorno: 210 - 2° Giorno: 440
Mi riservo, con fermezza, il diritto di contraddirmi, ma credo che questa volta, con questo fine settimana, siamo andati proprio vicini all’eccellenza, prossimi a trovare ciò che tanto Cerchiamo, cosa che è stata anche per me una sorpresa trovare “dietro casa”.
Due giornate in sostanza perfette, quelle che ci hanno accompagnato in Valmalenco dove, lasciate le auto a quota 1960 m. lungo la strada di Campo Moro, ha preso corso la prima parte di questo dì che non poteva che essere sfruttato in ogni attimo; la salita al Rif. Cà Runcash, che deve il suo nome alla vecchia baita di Runcasch, un tempo ricovero di pastori locali, che portavano in estate i loro armetti verso gli alti pascoli alpini; Runcasch è anche però il termine dialettale che identifica la Pernice Bianca.

Dopo una ragionevole sosta in capanna, si è dato via ad una splendida escursione nella quale, abbiamo raggiunto il Rifugio Cristina e l’alpe Prabello 2287 m. posata in un’ampia conca alla base delle pendici del Pizzo Scalino, nella stessa località in posizione isolata e dominante, sulla sommità di un rilievo roccioso, la Chiesa della Madonna della Pace, (costruita nel 1919, mentre dal 1929-31 furono aggiunti i corpi laterali e l’apside, al suo interno sono conservati Quadri e altre opere d’arte risalenti all’epoca dell’edificazione nonché iscrizioni e lapidi), dove ancora di più lo sguardo e stato rapito dalla vastità dell’ambiente interamente vestito di neve.

Rientrati al riparo del Cà Runcasch, ciascheduno con le proprie faccende affaccendato ha aspettato l’ora di Cena, sulla quale velo ogni giudizio dietro un No Comment, come per la Nottata passata insonne e per la Colazione che per la sua lungaggine, ha rischiato di diventare Pranzo; questione che nel 1937 epoca della conquista della parete Nord-est del Badile da parte di Cassin, Ratti, Esposito, Molteni e Valsecchi non sarebbe stata considerata che un soggiorno di primo ordine, ma per noi Alpinisti di Città ci sarebbero stati gli estremi per una contestazione data dal generale malcontento.

Messo da parte questo sentimento, è accinta in un freddo pungente la seconda giornata che tra gli itinerari consigliati vedeva il raggiungimento del Passo di Campagneda 2610 m. che rappresenta uno splendido punto panoramico anche sull’adiacente Val Poschiavina e sulle cime attigue tra cui il Pizzo Scalino 3323 m. e il Monte Spondascia 2867 m. che ha visto una salita flash di Silvio e Marcello.

Purtroppo l’imperversare del vento, costante di queste due giornate, non ha permesso una più degna, prolungata sosta al Passo, invogliando il gruppo a far rientro al rifugio per poi poche ore dopo alle auto.

Eravamo in 28.

Marcello