sabato 30 ottobre 2010

Concerto Corale 125° CAO

Canti Popolari e di Montagna

Sabato sera all'Auditorium del Collegio Gallio alla fine c'era tanta gente: la nostra corale non si è persa d'animo ed ha svolto il programma con tanta passione e bravura.
12 canzoni, le prime sulla montagna poi canti popolari.

Di seguito sono pubblicate:
  • La canzone finale, un omaggio a tutti i soci CAO: l'Inno sociale!
  • La prima canzone del concerto: Le Dolomiti
  • Montagne Verdi
  • Canzoni popolari valdostane, lombarde, friuliane, piemontesi, francesi e portoghesi

Cosa possiamo dire al nostro coro ? grazie e bravi, continuate così!

Giorgio




L'Inno del CAO



Il testo dell'Inno




Le dolomiti




Montagne verdi



Canzoni popolari valdostane e friulane



Canzoni popolari lombarde e valdostane



The amazing grace (canto popolare americano)




E' la mia mamma, La bella giardiniera



Fila la lana, La strada dell'amore



La Chula (canto popolare portoghese)

domenica 10 ottobre 2010

Pizzo Tre Signori

Gita di chiusura

Mai come quest'anno la gita di chiusura delle Attività collettive del CAO la si è potuta definire eno-gastro-alpinistica !
Infatti, dopo una cena Cena fantastica, una bella escursione fino alla cima del Pizzo dei Tre Signori.
Ma andiamo con ordine.
Sabato ci troviamo in 23 a Introbio e iniziamo a percorerre la Val Biandino: in un ora e mezza, con qualche nebbia e nuvole, arriviamo al Rifugio Tavecchia (il 24° è partito dopo e arrivato prima ... in mountain bike!).
Alla sera, il simpatico gestore inizia a dirci che il menu è "quel che ghè"..... bene: arrivano due primi (con porzioni extra) tre secondi, polenta, formaggi, dolci e ... birolle, ovviamente con vino (un po' di acqua) e per finire caffè e ammazza caffè!
Niente male per una cena in rifugio a 1500 metri in mezzo alle alpi lombarde.
Il mattino ci si alza con fatica .....ma si parte: il cielo sereno promette bene.
L'itineario si snoda lungo la bellissima Val Biandino fino al santuario della Madonna delle Nevi, poi ci alziamo fino al Rifugio Santa Rita. Da qui si segue una bella cresta fino alla vetta dei Tre Signori, raggiunta in poco meno di 4 ore dalla partenza.
Le nuvole, intanto, ci seguono alzandosi: quandi iniziamo la discesa, siamo subito immersi nella nebbia. Peccato! ci siamo persi i panorami del Sentiero del Cardinale e del Lago del Sasso.
La gita è poi "transitata" ancora dal Rifugio Tavecchia ... giusto per una veloce merenda.
Così si è conclusa l'ultima gita del 2010 del CAO: all'insegna di una delle più classiche salite delle nostra zone e di un apprezzato evento gastronomico.

Giorgio

PS: Tavecchia

Sabato, si sale al Tavecchia

Tavecchia: inizia la cena

Tavecchia: si inizia a mangiare, finalmente!

Domenica, lungo la cresta dal Santa Rita alla vetta dei Tre Signori

dalla vetta .... le nuvole stanno salendo!


vetta

in discesa, al lago del Sasso (o meglio, che si presumere essere, visto la nebbia ....)

domenica 3 ottobre 2010

da Ponte Brolla a Maggia

Escursione in Val Maggia

La stagione escursionistica si è conclusa con una gita poco impegnativa, ma molto piacevole e ricca di emozioni.
Da subito l’adrenalina sale: la sosta per mettersi gli scarponi viene fatta sul ciglio di una strada fortunatamente poco trafficata; ma il nostro stato assonnato costituisce fonte di rischio.
Dopo i primi passi ci troviamo subito ad attraversare un ponte sospeso sopra un canyon molto suggestivo.
La camminata prosegue in mezzo ai mille colori di cui si rivestono i boschi nella stagione autunnale.
Per i componenti del giro lungo si vivono emozioni forti anche durante la pausa pranzo: alcune mucche gradiscono particolarmente la nostra presenza e usano la lingua (non l’eloquio) per dimostrarlo.
Il villaggio di Moghegno vede il ricongiungimento dei due gruppi, e tutti insieme possiamo apprezzare alcune tipiche case Walser.
Prima di salire sul pullman, però, c’è ancora tempo per l’ultima sferzata adrenalinica: l’attraversamento di un ponte tibetano che, visto l’esiguo numero di persone ad attraversarlo, mostra tutta la sua fermezza e staticità.

Alessio


domenica 19 settembre 2010

Lucomagno - Piotta

Escursione nel Ticino settentrionale

Come da tradizione dei passi alpini, giunti al Passo del Lucomagno veniamo accolti da un vento gelido, tanto freddo che vedendo il lago di S. Maria credo di trovarmi sulle coste del Mare del Nord.
Fortunatamente nel corso della giornata il sole terso fa sentire il suo calore, ed il prezzo da pagare (la presenza del vento) risulta più che accettabile.
La separazione tra giro corto e lungo avviene quasi subito.
La giornata serena ci permette di apprezzare appieno gli scenari idilliaci che si presentano intorno a noi a 360°: vette innevate, cime dal dolce profilo e un susseguirsi di ruscelli e torrenti che raggiungono l’apice con i laghi Tom e Ritom.
Il giro lungo registra qualche acciacco tra i suoi componenti, ma tutto rimane sotto controllo.
Per molti dei partecipanti, l’ultima parte della gita viene fatta con la funicolare Piora-Piotta che con la sua pendenza dell’87% è una delle più ripide d’Europa (seconda forse solo a quella del lago Gelmer).
Come sempre il ritorno in pullman è un caleidoscopio di attività: chi chiacchiera, chi dorme, chi è in giro a cercare soldi ... nulla di nuovo sotto il sole!


Alessio


sabato 21 agosto 2010

Spigolo Sud-Est, Punta della Rossa



Arrampicata in Alpe Devero

Per tutelare la privacy dei tre accompagnatori del CAO useremo nomi di fantasia: la Suocera, il Mozzarella e il Sassaiolo.
Con suo solito fare scettico la Suocera sapeva che sarebbe andata a finire fino a tarda sera, tuttavia il buttare acqua sul fuoco del Mozzarella e la ferma decisione del Sassaiolo resero vane le speranze della Suocera di starsene tranquillo in baita a mangiare formaggio.
Fu così che all’alba ci recammo fin su alla Alpe Devero e verso circa le otto di mattina iniziammo la salita alla base della parete da affrontare. Nonostante l’ombra la Suocera inizia subito a sudare, il Mozzarella ostenta piena forma (anche quella della sua panzetta), e il Sassaiolo sale mesto come al solito. Dopo facili roccette (si dice sempre così nelle relazioni), giungiamo all’ultimo tratto su un simil-sentiero, che ci porta alla base della via; sono già le undici ormai ma almeno siamo in compagnia: giunge infatti anche una seconda cordata, Davide e Roberto, e poi una terza.
Siccome siamo in tre lasciamo il passo all’altra cordata da due, che, sotto lettura a tratti della relazione da parte della Suocera, che segue a ruota, riesce a trovare la retta via in un percorso non sempre ovvio.
Nonostante ciò al quinto tiro, dopo il bel passaggio della Mano, ci fermiamo a una sosta precedente a quella giusta, che rimaneva altresì nascosta da uno sperone, perdendo la bussola per una mezz’ora, inerpicandoci per direzioni fallaci. Alla fine ritorniamo sulla retta via, per gustare appieno, al settimo tiro, il passaggio sulla bocca del Caimano.
L’ora e’ tarda, anche per via dei vari accodamenti, ma con soddisfazione arriviamo verso le 3.00pm alla fine del decimo tiro. Due passi e siamo in vetta, contenti anche del fatto che il Sassaiolo, nonostante si sia tirato addosso un masso di 50kg, abbia riportato solo graffi superficiali.
Giù poi per la normale dalla cresta Ovest fino ai ghiaioni detritici della parete Sud ci toccano ancora due doppie, ma alla fine del pomeriggio, finalmente giungiamo di nuovo all’Alpe Devero.


Alberto, Andrea, Carlo

La Punta della Rossa

La suocera in azione


Sulla bocca del Caimano

Il Mozzarella atletico

domenica 8 agosto 2010

Oberland

Celebrazione del 125°:
Cavalcata nell'Oberland Bernese, 4 quattromila in 4 giorni



Per celebrare il 125° dalla fondazione CAO, il Gruppo Alpinistico ha organizzato e messo a segno una splendida attraversata alpinistica in una zona fra le più celebri delle alpi.

L’idea è buona, ci piace, e nasce dal desiderio di condividere le montagne e celebrare insieme il 125° del CAO. Percorsi di neve e ghiaccio, traversate per itinerari di rara bellezza, conquiste di cime mai scontate e spesso difese da sentinelle di nubi, vento e neve. Così partiamo alla fine di Luglio per l’Oberland Bernese: Andrea, Matteo, Michele, Stefano ed io, forse anche a misurare il nostro grado di affiatamento, la nostra voglia di stare insieme e di superare le difficoltà.

Ci ritroviamo al mattino di sabato 31 Luglio a rimontare in funivia da Fiesch le pendici delle prime montagne ancora verdi fino al Fiescheralp, a ridosso del Vallese, che delimitano a sud i ghiacci perenni dell’Oberland. Dopo un paio di ore a sgambettare ancora freschi su sentieri di terra e sassi che portano all’Aletschgletscher, finalmente alla vista di quel mare sconfinato di ghiaccio, ci rendiamo conto dell’ordine di grandezza delle distanze che avremmo affrontato. Ci vorrà tutta la giornata per raggiungere la panoramica terrazza del Konkordiahuette a 2850mt e le sue fresche birre, con incluso lungo il percorso uno slalom tra un paio di ordigni esplosivi.

Una volta giunti, Stefano estrae dal sacchetto la sporta di salame e formaggi nostrani, io lo incalzo con il mezzo chilo di slinzega made in Valsassina e via a banchettare e a goderci il meritato sollazzo. Non abbiamo certo lesinato sulla quantità di cibo nello zaino, ma sicuramente nei giorni a seguire avremo modo di pentircene.. La cena ci soddisfa, con un gran numero di punti guadagnati dalla pasta al ragù servita rigorosamente a seguito di una immancabile ciotolone di insalata, sempre presente nei menu dei rifugi elvetici; poi via a dormire con il pensiero che indugia sulla salita di domani, che per buona novella sarà baciata dal sole, proprio come oggi, almeno fino alle 5pm.

La partenza non è delle più veloci e anche la salita dei primi pendii di neve avviene con passo calmo, direzione cima del Grunegghorn (3787mt) e a seguire cima del Gross Gruenhorn (4044mt), il nostro primo 4000 tra le cime Bernesi. Il passaggio sul ventaglio di rocce del Grunegghorn e i 200 mt di salita su roccia verso la cime del Gross Gruenhorn risultano impegnative e quando riscendiamo alla sella nevosa tra le due cime siamo tutti piuttosto affaticati. La vista dalla cima è stata strepitosa, con la Jungfrau e il Monch a nord, il Finsteraarhorn a est e una vista a perdita d’occhio verso le valli del sud; con il pensiero della discesa e le prime nuvole a coprire il cielo, questa immagine da cartolina diventa presto un ricordo. Dopo una vana ricerca di un anello di calata che ci avrebbe fatto risparmiare un bel paio di ore e scendere subito in vista del Finsteraarhorn Gletscher, con le pive nel sacco, ritorniamo dalla via di salita. Giungeremo infine al colle in vista del Finsteraarhornhuette verso le 17.30 e al rifugio alle 19.00, non senza aver prima preso un po’ di temporale con fulmini e saette inclusi.
Sono due giorni che camminiamo dal mattino a sera, con grossi pesi sulle spalle, e il fatto che domani il tempo sia brutto davvero non ci dispiace. Il 2 Agosto trascorre così nel completo ozio, tra giochi da tavolo e risate. Il rifugio è davvero accogliente e presto quindi siamo pronti a salire il Finsteraarhorn (4274mt), nonostante il tempo sia dato ancora per ballerino.

Decidiamo di lasciare la maggior parte del carico al rifugio e il 3 Agosto, Andrea, Michele ed io saliamo spediti verso la cima. Partiamo alle 6, con Michele e Andrea a battere traccia per tutta la salita, ma ormai acclimatati, alle ore 9.30 siamo già al Hugisattel a 4088 metri di quota. Qui il tempo peggiora e rende vane le nostre aspettative di salire gli ultimi 150 metri di rocce che portano alla cima: visibilità zero, vento forte, neve che scende copiosa. Le condizioni invernali ci fanno desistere e sarà così anche per tutte le cordate a seguire: in quel giorno non ci è data notizia che qualcuno è salito in cima. Peccato, ma per noi essere oltre 4000 è già una cima, viste le condizioni trovate. Alle 11.00 Alberto è il primo a rientrare al rifugio. Questa giornata è stata importante anche perché ci ha mostrato che le nostre condizioni di acclimatamento iniziano a dare risultati.

Il 4 Agosto danno bel tempo, almeno fino a sera, e non possiamo evitare di pensare che è il giorno buono per spostarci a nord, sotto le pendici del Monch, al Monchjochhuette. Questa traversata ci darebbe la possibilità di salire sia l’Hinten (4025mt) che il Gross Fiescherhorn (4049mt), due belle cime oltre i 4000 mt, e poi giù dal Fieschersattel verso il Monch. Si rivelerà una splendida salita, tra riflessi di ghiaccio e forme di neve, anche qui con Matteo e Stefano a battere la traccia fino alle pendici dell’Hinten Fiescherhorn: insomma, viste le condizioni meteo e la neve scesa, nessuno aveva battuto traccia nei giorni precedenti salendo dal Finsteraarhorn Huette. Foto di rito e le due cime nel sacco rientriamo tardi al rifugio: sono le 8 di sera quando varchiamo la soglia. Esausti ma contenti, ci aspetta un’accoglienza eccezionale e una cena abbondante, grazie allo staff del rifugio, il quale fa dimenticare l’assenza di confort per un rifugio che si trova poco sopra 3600 mt.

Inizia il giorno del 5 Agosto immerso in una bufera di neve che già imperversava dalla sera precedente. Ci darà tregua solo in tarda mattinata del 6 Agosto, ma ormai, per tutti i presenti al rifugio, i giochi erano fatti e scendere a valle sarebbe stata la decisione di tutti. Solo uno spazio di mezza giornata infatti interrompeva una perturbazione che sarebbe tornata il fine settimana. Ci lasciamo alle spalle la possibilità di salire cime molto belle, ma quelle, come si dice da queste parti, sono sempre lì ad aspettare.

Tra gli ultimi a lasciare il Monchjochhutte, la mattina del 6 Agosto, abbiamo ancora le idee confuse dai festeggiamenti della notte, prolungatosi fino al mattino. Un immenso grazie ai gestori del rifugio ed in particolare a Cedric, che con un passaggio sullo spazzaneve verso il Jungfraujoch ci ha evitato di sprofondare nella neve per due ore buone di cammino. Ormai non avevamo più il desiderio di fare fatica: i nostri obiettivi, quelli che questa natura selvaggia, a volte ostile, ma meravigliosa, ci ha concesso, erano stati raggiunti.

Il resto è la storia di 5 alpinisti ora più amici di prima, che hanno condiviso nella fatica la gioia di qualche cima, nella consapevolezza che esperienze del genere, guardandosi allo specchio, ti rendano un uomo migliore.

Un sentito grazie al CAO per il 125° e per il quale ci siamo riuniti in questa bella avventura.


Andrea, Alberto, Stefano, Michele, Matteo


partenza alla stazione della funivia, carichi come ... muli

un'autostrada di ghiaccio, un immenso fiume gelato: l'Aletschgletscher

sulla cresta, prima della cima del Gross Grunhorn

il CAO in cima al Gross Grunhorn, primo quattromila

in discesa dal Grunegghorn

il Finsteraarhorn visto da nord

il Finsteraarhorn visto dai Fiescherhorn

ultimi passi prima della vetta del Hinter Fieschehorn

in vetta al Hinter Fieschehorn

il CAO in vetta al Hinter Fieschehorn

in discesa dal Hinter Fiescherhorn, sulla cresta che conduce al Hinteres Fiescherhorn

in discesa in traverso dalla sella fra i Fiescherhorn


il Fiescher Sattel, la sella fra i due Fiescherhorn

un cielo da sogno si mostra per noi alla Fiescher Sattel

il rifugio Monchsjoch Hutte nella bufera

il brindisi dei 4 quattromila

domenica 11 luglio 2010

Pizzo Badile

Celebrazione del 125°
Posa della targa in onore di Molteni e Valsecchi



73 anni dopo la tragedia di Molteni e Valsecchi, i due giovani alpinisti comaschi, soci CAO, che morirono in vetta dopo aver salito (tra i primi) la parete nord-est del Badile, il CAO ritorna e celebra il suo 125° di fondazione, con la posa di una targa in memoria.

La volontà di celebrare degnamente il 125° anno e la memoria dei due giovani e sfortunati alpinisti del CAO, ha portato mesi fa alla decisione di salire in vetta per posare una targa. Ed ecco partire la macchina: il Presidente Erio ha fatto fare la targa ed il Gruppo Alpinistico, guidato dall’Antonio, ha organizzato la salita e la posa.

Così ci siamo trovati in 10 a salire la normale al Badile, facile rispetto alla nord-est, ma non facile in relazione ad altre normali …..

Sabato partenza e salita al Rifugio Gianetti nella bella e selvaggia Val Porcellizzo: salita resa faticosa dal gran caldo … anche se mitigata dalle frequenti cascatelle e torrentelli (che spettacolo le cascate della valle, ricca di acque dai nevai e dalle piogge !). Un gruppetto di ritardatari …. non è riuscito a scansare il temporale serale … poco male, sono saliti al fresco!

Rifugio pieno, ottima cena, a letto presto!

Il giorno successivo, partenza alle 6 verso la normale al Badile, una bella via di roccia di II e III grado. Poco prima di metterci in cordata il Marcello è scivolato sulla neve …. piccola caduta, qualche escoriazione: sembrava tutto passato, ha iniziato a salire di gran lena, poi si ricrederà!

3 cordate veloci e 2 un po’ più lente … ma ci siamo trovati tutti in vetta, posata la targa, ammirato il panorama reso stupendo dal tempo sereno. Ci siamo messi poi in comunicazione telefonica con il gruppo degli escursionisti al Piz Nair per mezzo del Presidente Erio: targa posata, si può scendere! (se no …..?)

La discesa è stata lunga …. eravamo in 10 e fare 6 o 7 doppie ci è voluto del tempo, forse troppo, ma il cielo limpido e la mite temperatura ci hanno portato ad una certa rilassatezza che … ogni tanto non fa male ! (non dovevamo certo timbrare cartellini!).

Alla fine siamo scesi, tardi, ma soddisfati di ciò che è stato fatto: un segno indelebile del CAO su una delle più prestigiose vette, il ricordo al giusto onore dei due giovani alpinisti, una bella ascensione…. Anche se il povero Marcello si è accorto di un certo dolore alla mano causato dalla caduta del mattino ….dolore che si è trasformato poi, in ospedale, nella certezza di una frattura scomposta!

A lui va tutta la nostra solidarietà, per la sfortuna caduta e per aver portato a termine il compito pur in presenza di un certo dolore alla mano ….

Giorgio



Sera, in rifugio

mattino, verso la parete sud

In salita verso la vetta


La targa posata in vetta

Il gruppo di punta

sosta nelle doppie di discesa

In discesa

domenica 4 luglio 2010

Domes de Miage


Traversata d'alta quota nel Gruppo del Bianco

Nessuno si aspettava sconti per questa gita alpinistica, che già per la distanza da percorrere in auto si presentava impegnativa. E così infatti è stato fin dal primo giorno, con salita al rifugio Des Conscrits in ben 5 ore e zaini pieni sulle spalle: inclusi qualche sali-scendi ben 1500m di dislivello! Gli ultimi cento metri addirittura sotto la pioggia, per chi ancora non avesse capito che essere allenati qui è un obbligo. Per il resto un paesaggio verde e stupendo, una zona pulita e all’ombra di bianchi giganti che ci avrebbero regalato immagini da ricordare. Il rifugio Des Conscrits, a m. 2580, risulta accogliente, moderno e pulito; la cena è abbondante e dona ristoro alle nostre membra, affaticate dalla lunga salita del giorno. Siamo rincuorati dalle previsioni meteo e il gruppo cancella gli ultimi dubbi sulla riuscita della salita tra le ultime birrette che girano sul tavolo prima del coprifuoco. La sveglia è alle prime ore della notte, la partenza dal rifugio alle 4.15am. Tutti paiono in forma e la colonna avanza spedita, superando di volta in volta i gruppetti dei più mattinieri. Presto arriviamo ai piedi del primo salto del ghiacciaio di Trelatete, dove ci raggruppiamo e indossiamo i ramponi. Cordate fatte e via su, fino al pianoro di ghiaccio che ci mostra la salita al colle, alle prime luci dell’alba, mentre l’ambiente circostante ci infonde energia per salire al Col de Miage. Dai primi passi già si intuisce quella che sarà una traversata che rimane unica per la bellezza delle sue creste che si stagliano sopra le verdi valli del Montjoie. La gita prosegue con le cordate che si allungano lungo il percorso panoramico, ognuna con il suo passo, tra una cima e l’altra dei Dome, per ritrovarci infine di nuovo al rifugio. Goduto riposo per tutti sulla cima de Berangere, dopo l’ultimo salto di quota, tra rocciette e neve instabile, per correre poi giù dritti al rifugio. Bravi tutti e via con la birra o il panino ristoratore, a chiudere una di quelle gite che portano sempre a dire: "ne valeva proprio la pena".

Alberto




domenica 20 giugno 2010

Monte Cevedale (3769 m)

Alpinistica (nelle intenzioni) in Alta Valfurva

Non me lo spiego … Ho un senso distorto del tempo, o è trascorso veramente così poco tempo dall’ ultima volta che ho trascorso un fine settimana in Montagna con il CAO ?
Ricordo l’ ultima salita Alpinistica fatta, come se non fosse scorso quasi un’ anno, eppure, siamo già a Giugno 2010 e con questa, Prima salita, si sono schiuse le porte di fronte ad una Nuova Stagione e sono già qui, appena arrivato, ma pronto, a raccontarne i fatti.
19 e 20 Giugno: dal Rif. Branca, salita al Monte Vioz, traversata al Monte Cevedale, prima gita, nuovi stimoli, nuovo desiderio di mettersi in gioco, senza pensare di imporsi, con la Montagna; previsioni Pessime.
Come dicevo su, nuovo anno, nuova ciclo, persone nuove, stimoli attuali, tante cose nuove tranne una, la Montagna che si è fatta vedere come sempre, con la sua personalità, con le sue stizze, presentandosi con il colpo di coda di una stagione, l’ inverno, che quest’anno sembra non volerci abbandonare e che ha iniziato da qui ad ostacolarci.
Questa volta ho ben poco da scrivere, poiché non c’è nessun Resoconto Alpinistico, nessuna cronaca a raccontare di questa Ascensione, posso però raccontarvi dell’ ottimo clima tra i componenti il gruppo gita, dello squisito trattamento ricevuto al rifugio, comunque, un qualcosa che la ha resa piacevole, nonostante l’ ombra presente e indissolta del cattivo tempo.
Dal punto di vista alpinistico si è risolto ben poco, non più di una bella traversata ad un’ altro Rifugio, il Pizzini, attraverso il sentiero glaciologico, coperto dalla Neve, Neve che è caduta, come previsto, quasi Incessantemente, tra le giornate di Sabato e Domenica e che ci ha costretti alla decisione ultima di rinunciare alla Cima, ma di portare a termine almeno, con un’ onorevole ripiego, sul percorso sopra citato, la giornata di Domenica, ormai data per persa.
P.S. Esprimo il mio parere dicendo che, se non altro ci abbiamo provato, senza farci inpensierire dalle malevole previsioni e condizioni meteorologiche, non fare una prova sarebbe stato peggio, è andata così, abbiamo fiducia vada meglio la prossima volta, anche questo fa parte dell’ Amare la Montagna, dell’ andare in Montagna.
Voi cosa ne dite ?!

Marcello



Coro CAO a Sagno

Seminario della Corale in Bisbino

La corale ospite in Sagno (TI) per un seminario di due giorni al termine della stagione corista 2009/2010, in preparazione della prossima stagione 2010/2011.

I coristi in passeggiata presso la Croce dell'Uomo:


I coristi impegnati nell'apprendimento di nuove canzoni, guidati dal Maestro Pasquale D'Amico: