domenica 4 luglio 2010

Domes de Miage


Traversata d'alta quota nel Gruppo del Bianco

Nessuno si aspettava sconti per questa gita alpinistica, che già per la distanza da percorrere in auto si presentava impegnativa. E così infatti è stato fin dal primo giorno, con salita al rifugio Des Conscrits in ben 5 ore e zaini pieni sulle spalle: inclusi qualche sali-scendi ben 1500m di dislivello! Gli ultimi cento metri addirittura sotto la pioggia, per chi ancora non avesse capito che essere allenati qui è un obbligo. Per il resto un paesaggio verde e stupendo, una zona pulita e all’ombra di bianchi giganti che ci avrebbero regalato immagini da ricordare. Il rifugio Des Conscrits, a m. 2580, risulta accogliente, moderno e pulito; la cena è abbondante e dona ristoro alle nostre membra, affaticate dalla lunga salita del giorno. Siamo rincuorati dalle previsioni meteo e il gruppo cancella gli ultimi dubbi sulla riuscita della salita tra le ultime birrette che girano sul tavolo prima del coprifuoco. La sveglia è alle prime ore della notte, la partenza dal rifugio alle 4.15am. Tutti paiono in forma e la colonna avanza spedita, superando di volta in volta i gruppetti dei più mattinieri. Presto arriviamo ai piedi del primo salto del ghiacciaio di Trelatete, dove ci raggruppiamo e indossiamo i ramponi. Cordate fatte e via su, fino al pianoro di ghiaccio che ci mostra la salita al colle, alle prime luci dell’alba, mentre l’ambiente circostante ci infonde energia per salire al Col de Miage. Dai primi passi già si intuisce quella che sarà una traversata che rimane unica per la bellezza delle sue creste che si stagliano sopra le verdi valli del Montjoie. La gita prosegue con le cordate che si allungano lungo il percorso panoramico, ognuna con il suo passo, tra una cima e l’altra dei Dome, per ritrovarci infine di nuovo al rifugio. Goduto riposo per tutti sulla cima de Berangere, dopo l’ultimo salto di quota, tra rocciette e neve instabile, per correre poi giù dritti al rifugio. Bravi tutti e via con la birra o il panino ristoratore, a chiudere una di quelle gite che portano sempre a dire: "ne valeva proprio la pena".

Alberto




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