Viviamo nella terra dei laghi prealpini, scavati dai grandi
ghiacciai del passato. Abbiamo camminato sui monti del Lago di Como,
del Lago Maggiore del Lago di Garda e del Lago d'Iseo. Mancava il
Lago d'Orta, uno specchio d'acqua lasciato dal ghiacciaio del
Sempione che seppur piccolo rispetto ai maggiori laghi del Nord non è
certamente meno ricco di scorci deliziosi e di angoli di natura
generosa. Sulle sue acque si adagiano inoltre dei paesi veramente
belli, mentre al centro sorge l'isola di San Giulio, interamente
occupata dagli edifici di un antico convento.
Una curiosità: fra tutti i laghi prealpini questo è l'unico il
cui emissario non è rivolto a sud, bensì a nord, dove presso Omegna
sgorga dal lago il torrente Nigoglia.
In una giornata decisamente bella e calda la nostra camminata è
iniziata presso Buccione (Gozzano). Poco dopo un gruppo ha proseguito
in salita verso il Santuario della Madonna del Sasso, stupendo
balcone panoramico, mentre i più pigri hanno costeggiato il lago con
percorso a saliscendi. A dire il vero non tanto pigri in quanto anche
questo itinerario è stato lungo e il caldo afoso non ha certo
favorito i camminatori.
Giunti nel paese di Pella (bellissimo borgo) la piacevole sorpresa
di assistere ad una gara di Triathlon proprio nel momento in cui gli
atleti uscivano dalle acque del lago dopo la prova di nuoto e dopo
essersi cambiati in modo sommario, ancora fradici, inforcavano le
biciclette e partivano di gran lena. Ammirevoli!
Il pranzo in un antico centro abitato e poi via sulla salita più
impegnativa della giornata, una stupenda mulattiera seguita da un bel
tratto in piano nel bosco e infine dalla discesa su Omegna, un posto
che vale davvero la pena visitare anche per le numerose ville con
parco e orto botanico che la circondano.
Nel ritorno, naturalmente, una sosta golosa presso una gelateria
artigianale come degno epilogo di una bella giornata passata in
compagnia.
Adriano
domenica 21 settembre 2014
domenica 14 settembre 2014
Sentiero dei Fiori
L’Uomo, la
Montagna e la Guerra Bianca
Un titolo non
casuale per raccontare la storia di questi protagonisti: l’uomo e
la montagna, che, nel corso dei secoli, si sono uniti per diventare
vittime e spettatori di durissime lotte, sia tra gli uomini che
contro la natura stessa.
Il “Sentiero
degli Alpini”, rinominato poi “Sentiero dei fiori” per la
presenza di una variegata flora “rupicola”, è uno degli
itinerari che si snoda nel Parco dell’Adamello.
Sul percorso un
pensiero va ai tanti giovani alpini che qui hanno combattuto e perso
la vita; oltre ad apprezzare l’unicità dei paesaggi, è
necessario soffermarsi ad osservare questi luoghi con una seconda
importante chiave di lettura, quella storica.
Manufatti in pietra
e legno, ruderi di costruzioni militari ancora presenti,
arroccamenti che si susseguono sulle creste tra il Castellaccio e il
Pisgana, non sono altro che l’antica linea di confine con l’impero
austro-ungarico, che ripercorre gli arditi camminamenti, gallerie e
trinceramenti della prima linea italiana durante la Grande Guerra,
denominata poi Guerra Bianca poiché si svolse quasi interamente a
quote superiori ai 3000 mt, tra ghiaccio e neve.
Italiani e
Austriaci, con un’iniziale gravosa perdita di vite umane, dovuta
all’impreparazione tecnica ad affrontare la Montagna invernale, si
combatterono faticosamente, ma i nemici più spietati in cui si
imbatterono oltre ai cannoni, le mitragliatrici e i cecchini sempre
all’erta, furono le valanghe, il freddo, le malattie e i disagi
derivati dalla permanenza a quelle altezze.
Il nostro “Sentiero
dei fiori”, affrontato quasi interamente in questa bella gita di
metà settembre, ci è piaciuto molto, vario e adrenalinico nei
tratti con i due ponti sospesi, ci ha regalato, insieme ad una bella
giornata di sole, un itinerario non troppo impegnativo, di grande
soddisfazione.
Marcello
Itinerario |
Capanna Presena, dove abbiamo pernottato |
Passerella |
Ponte sospeso |
Sentiero |
Sentiero |
Sentiero |
Ponte sospeso |
Ponte sospeso |
Pian di neve e Pisgana |
Alla Capanna Lagoscuro |
Sentiero |
Viste mozzafiato dal sentiero |
si continua il sentiero |
Vista mozzafiato |
In vetta alla Cima Payer |
Discesa dalla Payer |
Passerelle datate |
Discesa atletica |
salita al passo Marocaro |
Si ritorna alla Presena |
Quasi fine |
un po' di statistiche |
domenica 27 luglio 2014
Tour Ronde
Una Finestra di bel tempo
Antonio
Un
mese di luglio così deprimente, con continua pioggia ed instabilità,
penso che nessuno se lo aspettava. La gita al Pizzo Bernina non si è
potuta affrontare, sia nella data stabilita, sia dopo una settimana.
Dopo
aver analizzato attentamente le previsioni meteo decidiamo di
spostarci completamente ad Ovest per trovare “una finestra di bel
tempo” dalla notte del sabato 26 fino alle prime ore del pomeriggio
di domenica 27. Nasce così l’idea di tentare la salita alla Tour
Ronde 3798m dalla via normale, nel cuore del Gruppo del Monte Bianco.
Prenoto al rifugio Torino per cinque : Silla Giusti, David Walker,
Gianfranco Molteni, Giovanni Consonni ed il sottoscritto (Antonio).
Raggiungiamo Courmayeur sotto la pioggia. Prendiamo la funivia “La
Palud” ed in pochi minuti ci troviamo al Rifugio Torino, avvolto da
nebbia e nuvole che lasciano scivolare dal cielo un leggero
nevischio.
Sveglia
alle 3,45. Mi affaccio alla piccola finestra del camerone ed il cielo
mi appare ricco di stelle. Uno sguardo tra noi, un sorriso di gioia
ci accomuna nei preparativi alla partenza. Ore 5,00 siamo in cordata:
David-Gianfranco e Silla-Giovanni-Antonio. Siamo i primi e dobbiamo
battere la traccia coperta dalle ultime nevicate; alle prime luci del
nuovo giorno ci appare la Tour Ronde con la sua spettacolare ed
invitante parete Nord. Progrediamo verso il colle d’Entreves per
poi volgere a destra verso i due canali di salita, la cresta finale e
quindi alla vetta. Valutiamo la situazione e soprattutto le
condizioni della crepaccia terminale. Decidiamo di salire il canale
sulla sinistra del Colle Freshfield, dove la crepaccia terminale è
chiusa da un buon ponte di neve. Un pendio inclinato di 40° con
rocce che affiorano da un manto di neve a volte inconsistente. Siamo
concentrati e carichi di “adrenalina” per il divertente percorso,
dopo qualche passaggio in traverso su neve e su roccia sormontiamo la
cresta. Quindi, stando sul versante del ghiacciaio della Brenva,
proseguiamo per la cresta resa particolarmente insidiosa dalle ultime
nevicate. Ramponi ai piedi, mordono la neve a volte molle e
“graffiano” con le loro punte quei passaggi su roccia a tratti
esposti. Raggiungiamo l’esposta ed aerea cresta nevosa finale che
ci conduce sotto la vetta e con divertente passaggio di roccia su
placca ci troviamo in cima, dove regna Sovrana la Madonnina. Uno
spettacolo mozzafiato a 360°. Dal Monte Bianco all’Auguille de
Peterey, dalle Grand Jorasses al Dente del Gigante, dal Grand Capucin
al Mount Blanc du Tacul al Mount Maudit, per rivedere lui, il Monte
Bianco, che ora è sovrastato da una enorme nuvola a forma di pesce.
Una nuvola che ci rammenta che bisogna scendere perchè il maltempo è
alle porte. Strette di mano e foto di rito ed incominciamo a
scendere, di nuovo la cresta fino al Colle Freshfield dove decidiamo
di affrontare un canale di neve con pendenza di 40°/45° che,
sebbene stretto, ci tiene lontani dal pericolo di scariche di sassi.
Due tiri di corda doppia, un balzo per saltare la crepaccia terminale
abbastanza aperta, ed eccoci sul ghiacciaio dove le nostre tensioni
si allentano e i visi ormai rilassati esprimono la gioia per questa
memorabile ascensione.
Una
salita resa ancor più memorabile dalle belle parole di grande
soddisfazione da parte dei soci.
Gianfranco
: “Grazie CAO, con voi ho salito il mio primo 4000 e sempre con voi
oggi ho provato per la prima volta cosa vuol dire fare una corda
doppia … poi in un ambiente così bello” –
Giovanni
: “Grazie, Grazie e ancora Grazie era da tanto tempo che non
provavo più quella giusta adrenalina nel scalare una montagna” –
David
: “E’ stata una scelta felice e l’itinerario in queste
condizioni è stato ancor più impegnativo, da un PD+ ad un AD+,
Grazie” -
Silla:
“Ottima scelta nel proporre l’alternativa al Bernina. Grazie CAO
ed al Capo Gita che con passione, attaccamento alla società e ai
soci, si è impegnato fino all’ultimo nel sostenere ed organizzare
questa entusiasmante gita alpinistica”.
Ringrazio
tutti per aver partecipato con entusiasmo alla gita, soprattutto
Silla che mi ha sostenuto nell’organizzazione della stessa. Sono
riconoscente a Silla e David che mi hanno dato un contributo
importante nelle manovre tecniche.
Antonio
La Tour Ronde |
![]() |
I soci partecipanti |
![]() |
L'itinerario |
Dente del Gigante |
Crepaccia terminale |
Ponte di neve sulla crepaccia terminale |
Nel canale |
Il traverso |
Nel canalino finale |
Il canale |
Sulla cresta rocciosa |
Cresta di vetta |
In vetta |
Monte Bianco |
In discesa |
Prima corda doppia |
Seconda corda doppia |
Rientro al Rifugio Torino |
domenica 22 giugno 2014
Pizzo di Dosdè
Alpinismo in Val Viola, Valtellina
Seconda gita alpinistica della
stagione.
Decisamente diversa dalla prima, più
rilassata, meno atletica.
Si è iniziati con l'avvicinemento al
rifugio (meno di un'ora con live sali-scendi), poi con la cena
(semplice ma buona), poi con risveglio e colazione alle 6 (sembra una
follia classificarla come rilassante .... ma per una alpinistica la
media sono le 4 del mattino .....). Proseguio con salita non troppo
ripida, su nevaio compatto ma non gelato e neppure fradicio, senza
crepacci o altre amenità adrenaliniche, non caldo ne freddo, assenza
di vento, insomma, la perfezione!
Tanto che nella salita si è potuto
conversare amabilmente di politica, religione, storia, filosofia
della scienza, etica, ...... insomma una gita culturale!
Per farla breve, tutti arrivati in
vetta, panorama fantastico, dal Bernina
all'Adamello (prossime mete), 12 km di sviluppo (andata e ritorno),
1270 di dislivello.
Giorgio
La meta |
Alba al rifugio |
partenza |
salita |
salita |
sempre più in ato |
eccoci in vetta |
purtroppo si deve scendere! |
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