domenica 28 febbraio 2010

Cima di Olino - Cimone di Margno

Ciaspolata in Valsassina

Partiti da Alpe Paglio m. 1386, dislivello fatto: m. 630

Facta, non verba …

Fatti, non parole … è stato l’imperativo per questa escursione! Citando un “frizzo” di un’alpinista che ho incontrato, che ho fatto anche mio, ripeto…

Nelle esperienze bisogna cercare il Positivo anche nel Negativo !

E non è forse un’esperienza anche positiva, sempre Nuova e continuamente Diversa affrontare la Montagna d’inverno, valutati luoghi e condizioni giacché alla Montagna si Comanda solo Ubbidendole, anche quando il meteo, come in questa circostanza, non è come avremmo gradito. Io dico … Nel bene o nel male vista la situazione, un po' di vento e neve, giacché siamo ancora in inverno, a queste quote e in quest’ambito non ha mai nuociuto a nessuno, allora dove è il problema ?; la difficoltà … è che siamo Noi a esserci presi delle “debolezze” non essendo più disposti a “soffrire quel Po” che ci permette di potere sfruttare anche queste giornate diciamo, così così ! In ogni modo nonostante le numerose mancate partecipazioni, abbiamo reso onore al nostro impegno e responsabilità nei confronti di coloro che ci hanno concesso la loro fiducia, portando a fine uno splendido giro ad anello che ha avuto come piede di partenza l’Alpe Paglio dalla quale, lasciate le auto ci siamo messi in cammino, inizialmente su strada interpoderale, verso l’Alpe Ortighera, Alpe Grasso, trovandoci più oltre in direzione dell’ampia sella del “Lares Brusà” a costeggiare il pendio SO del Cimone di Margno. Dal valico, seguendo la cresta abbiamo guadagnato la Cima di Olino aimè circondata da una nebbia inesplorabile. Tornati al passo, si è rimontata l’ampia cresta ora in direzione NO che sormontando un paio di depressioni vallive ci ha condotto al Cimone di Margno, dove un’opportuna sosta ha permesso il ricompattamento delle fila, frammentate da un ultimo più ripido tratto di cresta. Ormai in lento, costante degradamento abbiamo raggiunto, prima, la Cima di Laghetto, punto di arrivo della seggiovia “2°” del Pian delle Betulle, poi, con logico itinerario l’Alpe Paglio, dove di fronte a un fumante piatto di fettuccine è finita la gita.

Marcello




sabato 27 febbraio 2010

Plan de Corones

Settimana Bianca in Val Pusteria, Alto Adige

dal 20 al 27 febbraio 2010


Al sassolungo


Al Sasso della croce


Al Monte Elmo


Malga Ciapela, Sottoguda con gli sci


Malga Ciapela, Sottoguda su cascata di ghiaccio


Al Lagazuoi

domenica 21 febbraio 2010

Cima della Rosetta

Sci-alpinistica in Val Gerola.

Partiti da Rasura, strada verso il Bar Bianco (1100 m), arrivo sulla Cima della Rosetta (2146 m)


Non era questa la cima che avevamo programmato da tempo, doveva essere il Pesciola: sabato, viste le recenti nevicate ed il conseguente pericolo di valanghe, un vorticoso giro di telefonate ci ha messo tutti d’accordo nel cambiare itinerario. Volevamo stare sempre nelle Orobie Valtellinesi, così è saltata fuori la Rosetta, classico itinerario, abbastanza sicuro per un pericolo 3 dichiarato.


Col senno di poi è stata una giusta scelta: siamo saliti lungo un itinerario di tutto rispetto, sicuro, vista panoramica, neve farinosa in discesa, sole, ….. ecc. ecc..

Abbiamo saputo, poi, da CampToCamp che chi è andato ugualmente sul Pesciola: ha trovato: strada innevata, cima non raggiungibile per troppa neve, code chilometriche al rientro prima di Morbegno!

Bravura o fortuna? Siamo modesti, solo fortuna!

Fortuna che i due poveri francesi non hanno avuta sulla Cima di Olano …. Anche se, avendoli visti dalla vetta del Rosetta, ci siamo tutti detti “quelli sono pazzi!”: stavano risalendo un ripido canale …… che proprio non andava fatto! (ricordo già morti in quella zona …. dopo forti nevicate). Poi, mentre scendavamo, si è visto l’elicottero e oggi si è letto i giornali: non so se i due travolti erano proprio i due “pazzi” che abbiamo visto, ma le probabilità sono molte, credo!

Tornando alla nostra gita, penso che i 12 partecipanti (me compreso) possano ritenersi soddisfatti e … come sempre accade … già proiettati alle prossime gite!

(gita relazionata anche su CampToCamp)

Giorgio

Alle baite di Larice

La lunga fila .... del CAO

Ci siamo tutti in cima?

No, ne manca uno .... ma ormai ci siamo!

Ed ecco la meritata discesa!

domenica 14 febbraio 2010

Chamois

Ciaspolata in Valtournenche

Partiti da Vieux, 1676 m.

Audaces Fortuna iuvat …

Citazione fu mai così azzeccata per definire questo contesto, questa giornata, che ha visto un divenire di momenti, meteorologici, che all’inizio, nell’attimo in cui abbiamo lasciato Como, nulla facevano presagire del loro sviluppo. Cielo plumbeo e pioggia ci hanno accompagnati per quasi tutta la “marcia” di avvicinamento alla valle d’Aosta, il nostro, un corteo sparpagliato di auto in direzione La Magdaleine, ha percorso questo tratto con tacita perplessità, ma forte, visto che all’orizzonte il greve grigiore andava stemperandosi in sempre più leggeri toni fino a un tenue, velato cielo azzurro, condizione questa che ci ha beneficato di una più gradevole temperatura e sì di ammirare panorami unici.

La gita predisposta in due itinerari, in parte comunicanti, ha preso corso da Vieux e si è svolta inizialmente su terreno pressoché pianeggiante e senza alcuna difficoltà sino al Col Pilaz 1970 m., dove a un bivio, fatta unione, è avvenuta la seguente ripartizione dei gruppi, che chiamerò (A) e (B).

Il gruppo (A), è proseguito su di un’ itinerario essenzialmente pianeggiante che, attraversando un affascinante bosco, ha permesso loro di raggiungere l’abitato di Chamois, uno dei Comuni più alti d’Europa.

Il gruppo (B) fornito di un maggior numero di Accompagnatori e Gitanti, si è impegnato in una più lunga traversata che ha segnato tra gli alpeggi Champlong e, la Cort, il punto più alto raggiunto in questa escursione, circa 2300 m. Qualche momento di pausa, tra la moltitudine di genti presenti a La Cort, ha anticipato il seguito dell’itinerario, ormai completamente declinante, verso Chamois splendida località della Valtournenche unica nel suo genere, dove non ci sono strade, né auto, ne traffico, l’unico mezzo di trasporto che collega l’abitato con il fondovalle è la funivia Buisson-Chamois oppure l’aereo (nel 1967 vi fu costruito il primo altiporto italiano).

Al termine del giro, ricongiunti i gruppi, ancora un’ora di passeggiata, lungo la pista di fondo, ha permesso di rientrare a Vieux. Eravamo in 30 Soci Partecipanti.

Marcello