domenica 17 luglio 2016

Rifugio Marinelli

Escursione in Valmalenco

Trenta soci iscritti a questa due giorni in Valmalenco, segno che la scelta di questa zona è stata veramente una grande idea! E in effetti Valmalenco significa Bernina, ghiacciai, morene e laghetti in quota, panorami da cartolina che resteranno a lungo negli occhi e nel cuore.

La prima meta da raggiungere è il Rifugio Carate, lungo un sentiero a tratti ripido ma che ben presto ci porta in quota liberandoci dal caldo afoso della valle. Infatti ci gustiamo la meritata sosta seduti sui sassi al sole, mangiando qualcosa e godendoci il fresco venticello.

Caffè al rifugio e via verso la Marinelli. Ormai l'ambiente è da alta montagna. Non ci sono più alberi e si compie un lungo e meraviglioso traverso sulla morena, attraversando alcuni facili nevai e numerosi ruscelli.

Davanti la visione della Punta Roseg e a sinistra il ghiacciaio dello Scerscen che ci accompagnano mentre su un alto spuntone di roccia si vede il rifugio. Prima della salita finale passiamo accanto a vero e proprio gioiello, un lago azzurro con numerose lastre di ghiaccio galleggianti. Inutile dire che le fotografie si sprecano per portarsi a casa questo spettacolo.

Ed eccoci al rifugio, un luogo mitico dove troviamo altri gruppi, alcuni dei quali partiranno poi verso la Capanna Marco e Rosa e la vetta del Bernina.

Noi abbiamo ambizioni più tranquille per il giorno successivo, e così ci rilassiamo guardandoci in giro perché c'è veramente molto da guardare e tutto bellissimo.

Una bella cena (a dire il vero non molto abbondante) e una sana dormita ci fanno trovare pronti alla mattina per completare la gita. Venti soci scelgono di salire alla Bocchetta di Caspoggio per facile ghiacciaio e scendere dall'altra parte fino al Rifugio Bignami, posto anch'esso in zona estremamente panoramica con grandiosa vista del fronte del ghiacciaio Fellaria e vicino ad un delizioso alpeggio.

Altri dieci gitanti dovrebbero rientrare alle auto scendendo dapprima al Carate e da lì traversando verso il Bignami lungo un altro sentiero, compiendo in questo modo un anello. Le informazioni del rifugista garantiscono che il percorso è tranquillo, ma purtroppo non è così e i nostri amici devono affrontare dei nevai molto insidiosi che li mettono a dura prova. E' andata bene, ma credo vada sottolineata la leggerezza del rifugista nel fornire informazioni. La montagna, lo sappiamo bene, è un ambiente severo, che offre grandi soddisfazioni ma che va affrontato col buon senso e ampio uso del cervello. Se non si è sicuri al 100% nel dare indicazioni è sicuramente meglio essere sinceri e dire “non lo so”, piuttosto che garantire che un sentiero è sicuro e mandare le persone a mettersi nei guai. Magari in condizioni normali lo è, ma quel giorno c'era parecchia neve a complicare le cose.

Fortunatamente non è successo nulla e alla fine il tutto è stato serenamente accettato.

Il ritorno alle auto è poi avvenuto senza problemi su un bel sentiero tranquillissimo e dopo aver attraversato sopra una diga. Meno piacevole il rientro a casa a causa del traffico ma questo lo sapevamo già e non ci ha certo tolto il piacere di essere stati insieme per due giorni in posti tanto belli.


Adriano
















domenica 3 luglio 2016

Punta Terrarossa

Alpinismo al Sempione

Il tempo per domenica 3 luglio era previsto bello in zona Sempione, cosa rara in questo periodo di instabilità del meteo. Eppure il giovedì sera gli iscritti erano solo due: un accompagnatore ed il partecipante Giovanni . C’era il rischio che questa gita venisse annullata. Venerdì sera Carlo mi comunica che è riuscito a liberarsi e mi conferma la sua presenza come accompagnatore, essendo già in Valle Formazza si farebbe trovare al passo del Sempione. Sabato in mattinata la svolta definitiva. Mi chiama Giuseppe, una nuova e simpatica conoscenza, entusiasta ed appassionato di montagna, che mi conferma la sua presenza. Così … con un po’ di buona volontà … e qualche telefonata sia crea un piccolo e volonteroso gruppo per l’avventura alla Punta Terrarossa. Chiara si è trovata libera da impegni famigliari, Giovanni chiama un suo amico Fabio e con Giuseppe ci troviamo tutti in macchina sulla strada per il Sempione. Nuvole consistenti, vento freddo e fastidioso ci danno il benvenuto al passo. Fiduciosi delle previsioni, alle ore 8,20 ci incamminiamo ben coperti nella nebbia. Man mano che saliamo la nebbia si dirada ed appare in tutta il suo splendore un bellissimo cielo terso. Rigenerati anche dal tepore dei raggi del sole, arriviamo ad un bivio in vista della Capanna Monte Leone, di fronte al bellissimo gruppo del Monte Leone la cui cima è la più alta delle Alpi Lepontine. Un sentiero con una certa pendenza ci porterebbe veloci alla cresta WSW, da cui era prevista la salita alla vetta, ma il forte vento a raffiche ci induce di proseguire fino alla Capanna e da lì salire per il versante parete SE alla vetta. Breve sosta. Si studia l’itinerario ancora coperto in parte da neve consistente. Partiamo per un non ben visibile sentiero e raggiungiamo l’attacco del nevaio dove, calzati i ramponi, in fila indiana iniziamo la salita. Affrontiamo in prima il nevaio con un traverso, poi abbandoniamo la neve e sempre con i ramponi agli scarponi, saliamo per tracce di sentiero tra rocce per poi affrontare l’ultima cresta di neve con cornice, breve ma di una certa pendenza. Quindi tolti i ramponi, tra sfasciume di sassi e traccia di sentiero molto irto, ci portiamo alla vetta, indicata con un bastone, mentre la croce si trova un po’ più avanti leggermente più in basso. Gruppo Oberland Bernese, Gruppo del Vallese, la bellissima parete Nord del Monte Leone con la meravigliosa Alpe Veglia, offrono uno scenario semplicemente fantastico a 360°. Foto di gruppo e via. Il vento si è un po’ calmato nelle sue sfuriate a raffiche ma l’aria rimane fredda, decidiamo di fare la traversata completa anche per non affrontare il ripido pendio ed il nevaio sottostante. Un breve ostacolo ci si presenta: una cresta di neve di circa venti metri da sormontare per arrivare alla croce. Un passaggio semplice che diventa non banale senza l’uso dei ramponi. Sormonto la cresta e pestando delle vecchie tracce ormai coperte, con cautela e concentrazione, mi porto dall’altra parte della cornice facendo segno ai compagni di venire tranquilli. Siamo alla croce, ora ci attende un percorso di sfasciumi con pietre instabili che richiedono molta attenzione per la discesa e finalmente tra un ometto di pietra e l’altro affrontiamo questo ultimo tratto fino ad abbandonare la cresta e raggiungere il bivio di qualche ora prima. Al riparo dal vento che ancora gioca sulla montagna, contenti e soddisfatti del bel percorso a tratti un po’ impegnativo, in un punto riparato ci concediamo un meritato spuntino. Ultimo sforzo fino al passo dove ci attende una buona birra all’Ospizio del Sempione. Brindiamo per la bella gita C.A.O., salvata all’ultimo momento, e per le prossime a venire sempre in bella e speriamo numerosa compagnia. 

Antonio


sopra le nebbie

gruppo Monte Leone

salita versante NE

oltre la cresta di neve

sulla cresta di vetta

sulla cresta di vetta

in vetta

gli accompagnatori

tutti in vetta

cresta di vetta

in discesa

in discesa

itinerario