domenica 22 luglio 2012

Weissmies

 L'impresa ... nell'impresa, un 4000 nel Vallese


Sono le ore 8,35 del giorno 22 luglio 2012 e un gruppo di soci (tredici) raggiungono la bella cima della Weissmies 4023m. Erano 14 anni che il C.A.O. non tornava sulla Weissmies, una tra le più belle vette del Vallese, salita esattamente il 18 luglio 1998, attraverso la Cresta Sud con partenza dalla Almagallertalhutte e discesa  alla Weissmieshutte. La salita del versante Nord, classificata PD (Poco Difficile), sebbene richieda  esperienza e tecnica di progressione su ghiaccio, non rappresenta una grande impresa.
La vera impresa è stata un’altra … ma andiamo con ordine.
Come da programma per il week end del 21/22 luglio era prevista l’ascensione al Bernina 4049m, un’ascensione che richiedeva capacità tecniche di alpinismo e necessita di ottime condizioni atmosferiche. Un cielo terso avrebbe dovuto garantirci la salita al Rifugio Marco e Rosa (dalla Capanna Diavolezza 6 ore) ed il successo alla salita del Bernina (1,5/2 ore), un percorso impegnativo molto vario e tecnico  su ghiaccio e roccia.
Giovedì 20 luglio, ci troviamo in sede io e Carlo Corti (capo gita), mentre Marcello Bassi (l’altro capo gita), pur essendo sul lavoro, ci ha suggerito degli itinerari da valutare. Consultiamo per l’ennesima volta i vari siti meteo che ci riconfermano la previsione di maltempo in Engadina, soprattutto nella giornata del sabato con nevicate fino ai 2500m di quota. Purtroppo il bel tempo ci ha girato le spalle …
Cosa fare? Come gestire un gruppo di 15 persone (11 gitanti e 4 accompagnatori)? Quale alternativa proporre e soprattutto quale rifugio potrà ospitare da un giorno all’altro un gruppo così numeroso?
Un po’ scoraggiati ma ben intenzionati a trovare una valida alternativa, ci proponiamo di sentire i rifugi relativi alle ascensioni proposte fra noi, nella speranza che possano ospitare un così numeroso gruppo. Ci lasciamo dopo aver comunicato ai soci iscritti la probabilità che la gita CAO per questo week end andasse annullata definitivamente, pur sapendo che il meteo dava soleggiato sul versante Ovest.
Venerdì mattina Carlo mi informa che i rifugi contattati sono tutti pieni … ci rimane un’ultima speranza: il Vallese. Così cerco il recapito telefonico della Weissmieshutte e prendo subito contatti. Si, ma come? Come possono credermi ed accettare una prenotazione di 15 persone il venerdì mattina per il sabato successivo? Ho dei dubbi … comunque ci provo! Approfitto del mio Natel (cellulare svizzero), faccio parlare in svizzero-tedesco il mio collega di lavoro Cosimo (ha vissuto più di 20 anni a Zurigo) ed a nome mio prenota per il C.A.O. di Como. E’ fatta! La gita è garantita! Tenteremo la bella montagna della Weissmies .
Sinceramente questa è stata la prima impresa, la più incerta … perché sulla riuscita della seconda, l’ascensione alla vetta, non avevo dubbi conoscendo il gruppo e fidandomi delle previsioni.
E così via a mandare sms : “Prenotato alla Weissmieshutte 1/2 pensione 59 CHF – salita alla Weissmies 4026m – Ritrovo sabato 21 luglio ore 10,00 per organizzare auto – Mi confermi la tua presenza? Grazie.”
. . . e così inoltra, inoltra e inoltra fino ad avere una bella adesione di 13 soci.
Sabato 21 : Saas Grund, prendiamo la funivia fino a quota 2400m ed in circa mezz’ora raggiungiamo il rifugio con un cielo alquanto variabile che ci nasconde la vetta. Perplessità ... !?
Domenica 22 :  Sveglia alle ore 3,30, il cielo si presenta con un meraviglioso manto stellato, l’entusiasmo sale tra noi. Dopo colazione (si mangia perché bisogna mangiare), ci troviamo fuori dal rifugio con le nostre frontali accese e dopo la consueta ricognizione da parte di ogni capocordata nei confronti dei propri gitanti, ci incamminiamo verso il fronte del ghiacciaio. Ormai è giorno, le cordate sono pronte e con l’entusiasmo al massimo, affrontiamo questi 1000m che ci separano dalla vetta. Un ghiacciaio in ottime condizioni con una traccia ben evidente che attraversa il tratto crepacciato, passa sotto i seracchi e affronta il “muro” di ghiaccio con una evidente crepa su una pendenza di 40° per circa 10m. Poi affrontiamo gli ultimi ripidi pendii fino alla vetta in compagnia (non gradita) del vento freddo che porta la temperatura a 12° sotto  zero.
Tra la gioia di tutti, abbracci e strette di mano, godiamo della meta raggiunta e soprattutto dello spettacolo che questa bella montagna ci offre : tutti i 4000 del Gruppo del Monte Rosa, del Vallese ed inaspettatamente la pianura fino ad intravvedere le Grigne.
Ringrazio gli accompagnatori presenti (Carlo Corti, Marcello Bassi, Stefano Sesana) che hanno contribuito alla realizzazione di questa gita e soprattutto a coronare il sogno di ogni gitante. Per qualcuno il primo 4000, per qualcun altro una bella e personale ripetizione su questa vetta e, sono convinto, per tutti insieme una magnifica ed indimenticabile gita con il C.A.O.
Le cordate : Bassi Marcello-Betti Elisa; Giusti Silla-Walker David; Sesana Stefano-Molteni Giancarlo-Molteni Filippo; Corti Carlo-Mascetti Mauro-Cavalleri Silvio- Signoriello Antonio-Melli Maurizio-Sangalli Fabio.

Antonio   


 Itinerario di salita

 
Sotto i seracchi


Passaggio impegnativo

Verso la vetta

Ultimo sforzo

Il CAO in vetta


domenica 15 luglio 2012

Piz Grevasalvas

Escursione in Engadina


Il bilancio della gita di oggi si è presentato da subito altalenante: con nuovi volti che partecipano alla gita, e nuovi volti che invece non partecipano (a causa di sveglia poco rumorosa) lasciando a piedi assidui frequentatori delle gite; ma grazie alle gambe ben allenate, nessun ritardo ed alle 6 in punto il pullman è partito.
Arrivati a Plaun da Lej il tempo non è dei migliori: nuvole grigie, vento ed una temperatura “frizzante” (anche se vicino allo 0 l'acqua ghiaccia, e non frizza).
Fiducioso come sempre, il gruppo escursionistico CAO parte e tutti insieme arriviamo al Laj Nair; al lago le condizioni meteo in stile himalayano spingono molti gitanti a non raggiungere la vetta, non per questo rinunciando ad una piacevole camminata.
Uno sparuto gruppo di ardimentosi parte alla volta della vetta ed il coraggio viene ricompensato: dopo aver sopportato vento e freddo, giunti in vetta il tempo sembra migliorare; ed approfittiamo della vicinanza al cielo per squarciare con i nostri bastoni da cammino la coltre di nuvole, che in un attimo cede il posto ad un cielo sereno e ad un panorama ineguagliabile.
Il perfetto sincronismo, con cui gli accompagnatori gestiscono il gruppo, consente l'incontro di due dei gruppi di gitanti nell'abitato di Grevasalvas, da dove si scende insieme a ritornare al Plaun da Lej, dove il terzo gruppo si stava già godendo il sole ed il fresco in riva al lago.
Il viaggio di ritorno è movimentato da un piccolo inconveniente (che ora sappiamo non avere avuto conseguenze) che però viene gestito al meglio grazie alla perfetta cooperazione di tutto l'equipaggio del torpedone: dall'autista, agli accompagnatori, ad ogni singolo partecipante alla gita; ognuno ha fornito un prezioso contributo: operando in maniera attiva, o stando in disparte senza intralciare le operazioni.
L'ultima parte di viaggio per il sottoscritto è stata alquanto pesante, a causa di un fastidioso bruciore: mi accorgo infatti di aver preso molto sole da dietro, cosa che mi ha praticamente cotto i polpacci (sembrano 2 stinchi di maiale arrosto) e reso il “coppino” simile ad un collare di cuoio...ma la dinamica dell'insolazione e le sue conseguenze sembrano divertire i compagni di viaggio (forse mi è sfuggito qualche doppio senso) e quindi sopporto stoicamente il dolore, felice di far ridere gli altri del pullman.

Per ora è tutto; ci vediamo alla prossima e...... BUONE VACANZE


Alessio