domenica 14 marzo 2010

Valmalenco, Campo Moro

Ciaspolata in Valmalenco

Dislivello fatto: 1° Giorno: 210 - 2° Giorno: 440
Mi riservo, con fermezza, il diritto di contraddirmi, ma credo che questa volta, con questo fine settimana, siamo andati proprio vicini all’eccellenza, prossimi a trovare ciò che tanto Cerchiamo, cosa che è stata anche per me una sorpresa trovare “dietro casa”.
Due giornate in sostanza perfette, quelle che ci hanno accompagnato in Valmalenco dove, lasciate le auto a quota 1960 m. lungo la strada di Campo Moro, ha preso corso la prima parte di questo dì che non poteva che essere sfruttato in ogni attimo; la salita al Rif. Cà Runcash, che deve il suo nome alla vecchia baita di Runcasch, un tempo ricovero di pastori locali, che portavano in estate i loro armetti verso gli alti pascoli alpini; Runcasch è anche però il termine dialettale che identifica la Pernice Bianca.

Dopo una ragionevole sosta in capanna, si è dato via ad una splendida escursione nella quale, abbiamo raggiunto il Rifugio Cristina e l’alpe Prabello 2287 m. posata in un’ampia conca alla base delle pendici del Pizzo Scalino, nella stessa località in posizione isolata e dominante, sulla sommità di un rilievo roccioso, la Chiesa della Madonna della Pace, (costruita nel 1919, mentre dal 1929-31 furono aggiunti i corpi laterali e l’apside, al suo interno sono conservati Quadri e altre opere d’arte risalenti all’epoca dell’edificazione nonché iscrizioni e lapidi), dove ancora di più lo sguardo e stato rapito dalla vastità dell’ambiente interamente vestito di neve.

Rientrati al riparo del Cà Runcasch, ciascheduno con le proprie faccende affaccendato ha aspettato l’ora di Cena, sulla quale velo ogni giudizio dietro un No Comment, come per la Nottata passata insonne e per la Colazione che per la sua lungaggine, ha rischiato di diventare Pranzo; questione che nel 1937 epoca della conquista della parete Nord-est del Badile da parte di Cassin, Ratti, Esposito, Molteni e Valsecchi non sarebbe stata considerata che un soggiorno di primo ordine, ma per noi Alpinisti di Città ci sarebbero stati gli estremi per una contestazione data dal generale malcontento.

Messo da parte questo sentimento, è accinta in un freddo pungente la seconda giornata che tra gli itinerari consigliati vedeva il raggiungimento del Passo di Campagneda 2610 m. che rappresenta uno splendido punto panoramico anche sull’adiacente Val Poschiavina e sulle cime attigue tra cui il Pizzo Scalino 3323 m. e il Monte Spondascia 2867 m. che ha visto una salita flash di Silvio e Marcello.

Purtroppo l’imperversare del vento, costante di queste due giornate, non ha permesso una più degna, prolungata sosta al Passo, invogliando il gruppo a far rientro al rifugio per poi poche ore dopo alle auto.

Eravamo in 28.

Marcello


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