domenica 8 agosto 2010

Oberland

Celebrazione del 125°:
Cavalcata nell'Oberland Bernese, 4 quattromila in 4 giorni



Per celebrare il 125° dalla fondazione CAO, il Gruppo Alpinistico ha organizzato e messo a segno una splendida attraversata alpinistica in una zona fra le più celebri delle alpi.

L’idea è buona, ci piace, e nasce dal desiderio di condividere le montagne e celebrare insieme il 125° del CAO. Percorsi di neve e ghiaccio, traversate per itinerari di rara bellezza, conquiste di cime mai scontate e spesso difese da sentinelle di nubi, vento e neve. Così partiamo alla fine di Luglio per l’Oberland Bernese: Andrea, Matteo, Michele, Stefano ed io, forse anche a misurare il nostro grado di affiatamento, la nostra voglia di stare insieme e di superare le difficoltà.

Ci ritroviamo al mattino di sabato 31 Luglio a rimontare in funivia da Fiesch le pendici delle prime montagne ancora verdi fino al Fiescheralp, a ridosso del Vallese, che delimitano a sud i ghiacci perenni dell’Oberland. Dopo un paio di ore a sgambettare ancora freschi su sentieri di terra e sassi che portano all’Aletschgletscher, finalmente alla vista di quel mare sconfinato di ghiaccio, ci rendiamo conto dell’ordine di grandezza delle distanze che avremmo affrontato. Ci vorrà tutta la giornata per raggiungere la panoramica terrazza del Konkordiahuette a 2850mt e le sue fresche birre, con incluso lungo il percorso uno slalom tra un paio di ordigni esplosivi.

Una volta giunti, Stefano estrae dal sacchetto la sporta di salame e formaggi nostrani, io lo incalzo con il mezzo chilo di slinzega made in Valsassina e via a banchettare e a goderci il meritato sollazzo. Non abbiamo certo lesinato sulla quantità di cibo nello zaino, ma sicuramente nei giorni a seguire avremo modo di pentircene.. La cena ci soddisfa, con un gran numero di punti guadagnati dalla pasta al ragù servita rigorosamente a seguito di una immancabile ciotolone di insalata, sempre presente nei menu dei rifugi elvetici; poi via a dormire con il pensiero che indugia sulla salita di domani, che per buona novella sarà baciata dal sole, proprio come oggi, almeno fino alle 5pm.

La partenza non è delle più veloci e anche la salita dei primi pendii di neve avviene con passo calmo, direzione cima del Grunegghorn (3787mt) e a seguire cima del Gross Gruenhorn (4044mt), il nostro primo 4000 tra le cime Bernesi. Il passaggio sul ventaglio di rocce del Grunegghorn e i 200 mt di salita su roccia verso la cime del Gross Gruenhorn risultano impegnative e quando riscendiamo alla sella nevosa tra le due cime siamo tutti piuttosto affaticati. La vista dalla cima è stata strepitosa, con la Jungfrau e il Monch a nord, il Finsteraarhorn a est e una vista a perdita d’occhio verso le valli del sud; con il pensiero della discesa e le prime nuvole a coprire il cielo, questa immagine da cartolina diventa presto un ricordo. Dopo una vana ricerca di un anello di calata che ci avrebbe fatto risparmiare un bel paio di ore e scendere subito in vista del Finsteraarhorn Gletscher, con le pive nel sacco, ritorniamo dalla via di salita. Giungeremo infine al colle in vista del Finsteraarhornhuette verso le 17.30 e al rifugio alle 19.00, non senza aver prima preso un po’ di temporale con fulmini e saette inclusi.
Sono due giorni che camminiamo dal mattino a sera, con grossi pesi sulle spalle, e il fatto che domani il tempo sia brutto davvero non ci dispiace. Il 2 Agosto trascorre così nel completo ozio, tra giochi da tavolo e risate. Il rifugio è davvero accogliente e presto quindi siamo pronti a salire il Finsteraarhorn (4274mt), nonostante il tempo sia dato ancora per ballerino.

Decidiamo di lasciare la maggior parte del carico al rifugio e il 3 Agosto, Andrea, Michele ed io saliamo spediti verso la cima. Partiamo alle 6, con Michele e Andrea a battere traccia per tutta la salita, ma ormai acclimatati, alle ore 9.30 siamo già al Hugisattel a 4088 metri di quota. Qui il tempo peggiora e rende vane le nostre aspettative di salire gli ultimi 150 metri di rocce che portano alla cima: visibilità zero, vento forte, neve che scende copiosa. Le condizioni invernali ci fanno desistere e sarà così anche per tutte le cordate a seguire: in quel giorno non ci è data notizia che qualcuno è salito in cima. Peccato, ma per noi essere oltre 4000 è già una cima, viste le condizioni trovate. Alle 11.00 Alberto è il primo a rientrare al rifugio. Questa giornata è stata importante anche perché ci ha mostrato che le nostre condizioni di acclimatamento iniziano a dare risultati.

Il 4 Agosto danno bel tempo, almeno fino a sera, e non possiamo evitare di pensare che è il giorno buono per spostarci a nord, sotto le pendici del Monch, al Monchjochhuette. Questa traversata ci darebbe la possibilità di salire sia l’Hinten (4025mt) che il Gross Fiescherhorn (4049mt), due belle cime oltre i 4000 mt, e poi giù dal Fieschersattel verso il Monch. Si rivelerà una splendida salita, tra riflessi di ghiaccio e forme di neve, anche qui con Matteo e Stefano a battere la traccia fino alle pendici dell’Hinten Fiescherhorn: insomma, viste le condizioni meteo e la neve scesa, nessuno aveva battuto traccia nei giorni precedenti salendo dal Finsteraarhorn Huette. Foto di rito e le due cime nel sacco rientriamo tardi al rifugio: sono le 8 di sera quando varchiamo la soglia. Esausti ma contenti, ci aspetta un’accoglienza eccezionale e una cena abbondante, grazie allo staff del rifugio, il quale fa dimenticare l’assenza di confort per un rifugio che si trova poco sopra 3600 mt.

Inizia il giorno del 5 Agosto immerso in una bufera di neve che già imperversava dalla sera precedente. Ci darà tregua solo in tarda mattinata del 6 Agosto, ma ormai, per tutti i presenti al rifugio, i giochi erano fatti e scendere a valle sarebbe stata la decisione di tutti. Solo uno spazio di mezza giornata infatti interrompeva una perturbazione che sarebbe tornata il fine settimana. Ci lasciamo alle spalle la possibilità di salire cime molto belle, ma quelle, come si dice da queste parti, sono sempre lì ad aspettare.

Tra gli ultimi a lasciare il Monchjochhutte, la mattina del 6 Agosto, abbiamo ancora le idee confuse dai festeggiamenti della notte, prolungatosi fino al mattino. Un immenso grazie ai gestori del rifugio ed in particolare a Cedric, che con un passaggio sullo spazzaneve verso il Jungfraujoch ci ha evitato di sprofondare nella neve per due ore buone di cammino. Ormai non avevamo più il desiderio di fare fatica: i nostri obiettivi, quelli che questa natura selvaggia, a volte ostile, ma meravigliosa, ci ha concesso, erano stati raggiunti.

Il resto è la storia di 5 alpinisti ora più amici di prima, che hanno condiviso nella fatica la gioia di qualche cima, nella consapevolezza che esperienze del genere, guardandosi allo specchio, ti rendano un uomo migliore.

Un sentito grazie al CAO per il 125° e per il quale ci siamo riuniti in questa bella avventura.


Andrea, Alberto, Stefano, Michele, Matteo


partenza alla stazione della funivia, carichi come ... muli

un'autostrada di ghiaccio, un immenso fiume gelato: l'Aletschgletscher

sulla cresta, prima della cima del Gross Grunhorn

il CAO in cima al Gross Grunhorn, primo quattromila

in discesa dal Grunegghorn

il Finsteraarhorn visto da nord

il Finsteraarhorn visto dai Fiescherhorn

ultimi passi prima della vetta del Hinter Fieschehorn

in vetta al Hinter Fieschehorn

il CAO in vetta al Hinter Fieschehorn

in discesa dal Hinter Fiescherhorn, sulla cresta che conduce al Hinteres Fiescherhorn

in discesa in traverso dalla sella fra i Fiescherhorn


il Fiescher Sattel, la sella fra i due Fiescherhorn

un cielo da sogno si mostra per noi alla Fiescher Sattel

il rifugio Monchsjoch Hutte nella bufera

il brindisi dei 4 quattromila

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